Corte Raffetta è una realtà agricola che esiste dal 1980, nata da una costola della Trattoria Stazione di Castel d'Ario con lo scopo di produrre riso a filiera chiusa

Dal 2012, dalla volontà di Marcello Travenzoli, ha inizio una vera e propria rivoluzione agronomica, convertendo inizialmente 3 ettari, poi 5 ed ora tutta la superficie di 33 ettari in biologico, per poi passare a regime biodinamico. L’azienda vanta un’ottima biodiversità, garantita da un boschetto, uno stagno, corridoi inerbiti e molte siepi piantate negli ultimi anni.
La nostra agricoltura è un misto di arcaicità e modernità: seguiamo i dettami dell’agricoltura steineriana cercando così di ripristinare la ricchezza del suolo e trarne un prodotto armonioso e vitale.

La produzione principale è il riso Vialone Nano, affiancato da un grande lavoro di recupero sui grani antichi (ad oggi coltiviamo più di dieci varietà), grano saraceno, mais vitrei da polenta, dalle cui farine molite a pietra otteniamo tutti i derivati possibili come prodotti da forno, pane e pasta. Ogni anno sviluppiamo nuovi progetti o apportiamo migliorie a quelli preesistenti: sia questo un progetto interno o collaborazioni esterne, come nel caso della birra. Ci avvaliamo di professionisti per trasformare al meglio i frutti del nostro lavoro, in continuità con la nostra idea di agricoltura realmente sostenibile.


Dal 19 settembre 2019 Corte Raffetta è certificata Bio su tutta la sua superficie, e dal raccolto autunnale 2020 certificata biodinamica.

La scienza non è una scienza esatta (C. Malanga)

LA NOSTRA AGRICOLTURA


NON

usiamo rame
o derivati

P er riarricchire di sostanza organica e strutturare il suolo, rispettandone la naturale stratificazione e le attività del patrimonio vivente visibile e invisibile ruotiamo quadriennalmente i terreni. Il suolo è lavorato per due anni su sodo e due in minima lavorazione, ossia superficialmente, con attrezzature specifiche.
Così facendo rimescoliamo esclusivamente lo strato superficiale ove risiede la sostanza organica (ambiente aerobico) mentre il ripper arriva più in profondità tagliando il terreno per dissodarlo e arieggiarlo senza rovesciarlo (ambiente anaerobico).
I terreni vengono arricchiti di sostanza organica tramite sovesci di erbai stagionali (che si alternano alle coltivazioni da raccolto) e letame maturo compostato in un cumulo arricchito con i preparati biodinamici “da cumulo” (502, 503, 504, 505, 506 e 507).

Per l’aspersione dei preparati detti “da spruzzo” quali fladen, cornoletame (preparato 500) e cornosilice (preparato 501) ci avvaliamo (fummo primi in Italia e probabilmente anche in Europa) del drone spruzzatore di ultima generazione DJI AGRAS mg-1P RTK, che ci permette di non compattare il suolo e di trattare il campo anche in fasi in cui sarebbe altrimenti impossibile entrare.
Le coltivazioni, durante la fase di “levata”, vengono irrorate almeno due volte con macerato di ortica ed equiseto, arricchito di microrganismi effettivi; e altre due volte in fase di “spigatura” con il cornosilice (preparato 501).
Il controllo delle infestanti è gestito tramite false semine, sarchiature meccaniche e se necessita rifinitura manuale.

Il RISO VIALONE NANO:

P roduciamo riso su uno dei suoli più vocati d’Italia, che ha visto coltivare questo cereale fin dalla sua introduzione nella seconda metà del ‘400 ossia la Sinistra Mincio mantovana I suoli “duri” ricchi d’argilla e limo conferiscono tenacità, integrità, e tenuta di cottura al chicco.
Coltiviamo unicamente la varietà autoctona Vialone Nano, risalente al 1937. Ad oggi è uno dei pochi risi da risotto la cui genetica è ancora integra delle sue caratteristiche originarie, e resiste contro le mode e la concorrenza spesso sleale del libero mercato che vorrebbe cancellarlo. Vi basti leggere i seguenti numeri per capire quanto piccola sia la realtà del Vialone Nano:
Di 210.239 ettari coltivati a riso nella stagione 2023 solo 3000 (1,4% del totale) sono gli ettari coltivati a Vialone Nano; di questi solo una cinquantina di ettari sono Biologici (1,7% sulla produzione di Vialone Nano nazionale).

Di questi, 7 ettari circa (15% di quello Bio) sono nostri, ed inoltre ad oggi siamo gli unici a poter vantare la certificazione biodinamica.
Inutile vi parli delle caratteristiche del suolo, o vi dica che tiene la cottura, quello ve lo raccontano tutti, o di quanto sia buono… Io vi parlo della sua salubrità, della sua vitalità e delle rigorose scelte agronomiche che stanno alla base della sua coltivazione.
Uno dei tanti esempi possibili? sui nostri suoli non impieghiamo nemmeno il rame o suoi derivati, anche se consentiti.
Il riso Corte Raffetta è adatto anche all’alimentazione di neonati e lattanti in quanto i metalli pesanti, in particolare Arsenico 0,08 su limite 0,25 di legge; Cadmio e piombo non rilevabili. .

Mangiare sano parte dalle prese di posizione di un contadino e nella sua perseveranza nel relazionarsi con la terra vivente (M. Travenzoli)

I NOSTRI GRANI

D al 2012 abbiamo iniziato a recuperare antiche varietà nazionali di frumento, anche in modeste quantità, riproducendole fino ad averne sufficientemente per una coltivazione estensiva.
E' stato un lavoro lungo che ha necessitato la parcellizzazione dei campi e talvolta la raccolta e trebbiatura manuale.
Successivamente ho deciso di creare un miscuglio di varietà tenere che fosse solo mio, che raccontasse l’evoluzione del mio percorso.

Oggi in questo miscuglio si trovano: San Pastore, Ardito, Virgilio, Gentilrosso, Autonomia B, Verna, Inallettabile, Frassineto, Andriolo, Villa Glori. Coltiviamo inoltre grano duro Senatore Cappelli e Monococco.

Tutti i nostri grani vengono moliti a pietra naturale a lenta rotazione ottenendo così farine semintegrali o integrali.

Nel sacchetto troverete al 100% il cereale come riportato in etichetta, senza aggiunta di stabilizzanti o miglioranti o tagli di altre farine..

O sei parte del problema o sei parte della soluzione (C.Rocchi)

La qualità è inversamente proporzionale ai compromessi fatti lungo la filiera


(Marcello Travenzoli)